Wild Rose-per chi si abbandona all’apatia e alla rassegnazione senza voler lottare.
Wild Rose-
Fiori di Bach per la mancanza di interesse per il presente.
“Wild Rose è per coloro che, senza una ragione apparentemente sufficiente, si rassegnano a tutto ciò che accade, e scivolano così attraverso la vita prendendo le cose come sono, senza fare alcuno sforzo per migliorare o per trovare un po’ di gioia. Si sono arresi alle avversità della vita senza lamentarsene”.
Nome: Wild Rose
Abbreviazione: WRO
Nome italiano: Rosa selvatica, Rosa selvatica comune, Rosa canina
Nome botanico: Rosa Canina
Parole chiave: Apatia, indifferenza, isolamento, abulia, demotivazione, catalessi, disinteresse, inedia, malavoglia, prostrazione, solitudine, esclusione.
Caratteristiche del Fiore: assistente/ultimi 19
Metodo di preparazione: Bollitura
Periodo di Fioritura: Maggio / Luglio
Principio transpersonale: Inespressività, espressione insufficiente, apatia
A COSA SERVE WILD ROSE:
COME SI SOMMINISTRA WILD ROSE:
Caratteristiche psicologiche ed emozionali di Wild Rose:
Abbandono, abulia, apatia, appiattimento emozionale, arrendevolezza, completa mancanza di iniziativa, convinzione che il mondo non riservi più nulla, fatalismo, indifferenza, infelicità, ipoattività sessuale, isolamento, mancanza di fede e motivazioni, noia, passività, poca empatia, rassegnazione, resa, rinuncia, scarso interesse per il presente, svogliatezza, vuoto.
Relazione con il Sé: rassegnazione a uno o a tutti i livelli dell’essere nei confronti della vita.
Il rimedio apporta: la capacità di tornare ad aprirsi alla vita e a ciò che di bello ci può riservare, partecipando con coinvolgimento e motivazione.
Wild Rose nelle caratteristiche tipologiche (Type):
Wild Rose è, come altri, un fiore principalmente reattivo. Subentra in seguito ad avvenimenti negativi in genere perpetrati per diverso tempo. A differenza di Gorse, che ha lottato ha lottato a lungo per la propria situazione e solo alla fine si è arreso, Wild Rose si trascina apatico ed indifferente alla vita, passivo, piatto e isolato emotivamente, subendone passivamente le conseguenze senza reagire. Considerando che “non reagire” è una reazione, pensiamo che l’essere Wild Rose tipologico sia possibile in relazione ad altri fiori quali ad esempio Clematis, Water Violet, Centaury, e sia un’estensione di un disagio già presente e non risolto.
Ci sono tipologie di persone che, con il coltello tra i denti, lottano fino alla fine per migliorare, per crescere, per agire e altre che invece si lasciano scivolare nel vuoto, nel nulla, come se non appartenessero al genere umano e fossero vacue entità in un transito solo apparente. Ovviamente pensiamo che le origini di questo comportamento si trovino nelle sfide che queste persone, già dotate di poca volontà, hanno cercato di superare, senza riuscirvi. Prendiamo una persona Clematis: il suo scopo, la lezione che deve apprendere, è quella della concretizzazione. Deve riuscire a radicarsi, ad entrare nella vita con mani e piedi e finalmente agire, essere, invece di pensare solamente.
Se una persona così non trova le chiavi che le permettano di aprire la porta della crescita, molto facilmente scivolerà nell’apatia, nel vuoto e si ritroverà a ciondolare dalla tele al frigo, al bagno alla camera da letto. Wild Rose è un’essenza che ci permette di ritrovare dentro di noi lo stimolo per agire, poiché ci mostra la bellezza racchiusa nella vita, che anni di apatia non fanno altro che cancellare. Non siamo più capaci di guardare, di osservare il bello che ci circonda. Questo fiore nella sua semplicità, ci aiuta a ritrovare la capacità di stupirci.
Lo spettacolo è lo stesso che si gode quando si passeggia nel bosco e si giunge in una radura. Nella radura, disposte come a mazzi, ci sono le siepi di rose selvatiche. Ti sorprendono, non ti aspetti tanta bellezza tutta insieme. Le rose spuntano immerse in cespugli irti di spine, quasi a ricordarti che la bellezza può nascere anche in mezzo al dolore (Max Volpi).
Probabilmente l’apatia di Wild Rose è proprio questo, l’incapacità di far fronte ad un problema che ci assilla, la convinzione di non avere gli strumenti atti a risolvere un problema che ci angustia, si trasforma in apatia, in convivenza coattiva con il problema che diventa parte di noi a tal punto che desideriamo non occuparcene più, vogliamo non considerarlo, come non esistesse. Il problema è che dentro al problema, al conflitto irrisolto, paralizzato, resta anche parte della nostra energia, della nostra forza, della nostra vitalità e finiamo inesorabilmente a scivolare nell’inedia e prostrati ci trasciniamo lungo una vita da spettatori. Se andassimo alla ricerca delle origini psicodinamiche di una tipologia Wild Rose, troveremmo genitori non presenti, problematici, oppure non in grado di stimolare correttamente il bambino alla giusta dose di curiosità per conoscere il mondo esterno.
Anche le ferite emotive subite influiscono negativamente, al punto da poter portare il bambino alla sospensione completa o quasi del vissuto emozionale, proprio per evitare la sofferenza. Ad esempio, la ferita da rifiuto descritta da Lise Bourbeau, vissuta con il genitore dello stesso sesso nel primo anno di vita. In questa particolare ferita, la percezione del bambino è di essere stato rifiutato, vengono quindi messe in discussione le basi stesse della vita: l’accettazione di Sé, il valore personale, la capacità/il bisogno di stare al mondo. La reazione ad un evento così forte è plausibile che sia, come spesso accade, la sospensione del sentito per evitare la sofferenza. Wild Rose, importantissimo in questo caso, diventa quindi uno dei fiori di supporto per ricollegare il soggetto alla bellezza della vita, ad una gioia che è sua di diritto e che non conosce.
Wild Rose come stato d’animo transitorio (Mood):
Interazione con i problemi fisici: apatia, assenza di reazione terapeutica, calo della libido, debolezza estrema, eccessiva stanchezza, impotenza dovuta a un calo del desiderio, ipotensione, pigrizia, pressione bassa.
Consigli pratici per l’uso: La mancanza di volontà, di energia e di vitalità, non può essere risolta in due minuti se per generarsi ci ha messo una vita. Come sempre, in questi casi, è necessaria una strategia funzionale. L’attenzione rivolta verso il bello, che è ciò che ci piace e fa star bene, va focalizzata per poco tempo al giorno verso qualcosa che ci faccia piacere. Questo atto ripetuto finché non diventa un’abitudine positiva. Le abitudini positive ci permettono di acquistare energia, ci nutrono anziché consumarci.