Oak-per chi deve sempre lottare, combattere ed ha
un forte senso del dovere.
Oak-
Fiori di Bach per lo scoraggiamento e la disperazione.
“Oak è per coloro che lottano e si battono energicamente per guarire o per risolvere i problemi della vita quotidiana. Perseverano, tentando una cosa dopo l’altra, anche se il loro caso può sembrare senza speranza. Sono scontenti di sé quando una malattia interferisce con i loro doveri e con l’aiuto che vogliono arrecare agli altri. Sono persone coraggiose, che combattono contro grandi difficoltà senza mai perdere la speranza o diminuire l’impegno”.
Nome: Oak
Abbreviazione: OAK
Nome italiano: Quercia comune, Farnia
Nome botanico: Quercus Robur
Parole chiave: Eccessivo senso del dovere, tenacia estrema, surmenage, perfezionismo, dedizione estrema al lavoro, metodicità, grande repressione emozionale, rigidità, durezza, rigore, scrupolosità e inflessibilità estreme, caparbietà, paura di mostrarsi vulnerabile, ossessività, sovraccarico.
Caratteristiche del Fiore: aiutante
Metodo di preparazione: Solarizzazione
Periodo di Fioritura: Aprile / Maggio
Principio transpersonale: Sovraccarico
A COSA SERVE OAK:
COME SI SOMMINISTRA OAK:
Oak nelle caratteristiche tipologiche (Type):
Abnegazione, accanimento nell’adempiere il proprio dovere, affaticamento, ansia da prestazione, austerità, caparbietà, dedizione estrema al lavoro, educazione rigida, esaurimento, forte responsabilità, impressione esteriore di forza, incapacità a moderare gli sforzi, inflessibilità, insicurezza di fondo mascherata e gestita con l’applicazione e lo sforzo, mancanza di misura, non mette in risalto le proprie qualità (coraggio, tenacia, volontà, resistenza), metodicità, moralismo, ossessività, ostinazione, paura di mostrarsi vulnerabile, perdita di vista del naturale bisogno di riposo, perfezionismo, repressione emozionale, rigidità, rigore e metodo, scoraggiamento quando viene impedito il normale svolgersi delle attività, scrupolosità, sovraccarico, stacanovismo, surmenage, tenacia estrema, tendenza al sacrificio, tensione interiore.
Eccessivo senso del dovere, rigidità, repressione emozionale, testardaggine, non ascolto dei propri bisogni.
Relazione con il Sé: personalità rigida, infaticabile. Manca di capacità di ascolto di Sé.
Il rimedio apporta: la capacità di ascoltare in maniera adeguata i propri bisogni, riuscendo a mediare con i propri doveri e maturando un profondo rispetto per se stessi.
Oak nelle caratteristiche tipologiche (Type):
Immaginiamo l’Oak tipologico come il pilastro portante della famiglia (o della casa). È il lavoratore, quello che abbassa la testa e si spacca la schiena, forte, tenace, volenteroso, incapace di negare il proprio appoggio, sostiene gli altri con un vigore incrollabile. Incapace di rispondere ai messaggi della stanchezza, si prodiga all’infinito e sostiene le persone che ama. La responsabilità è per lui (o per lei) un ideale così radicato nell’Anima, da rendergli impossibile fermarsi a riposare. L’ozio è una parola non presente nel suo vocabolario. In conseguenza a ciò, verrà considerato da tutti (famigliari, colleghi, amici) come punto di riferimento per tutti quei compiti stancanti a cui egli invece non si sente di rinunciare.
La sua rigidità deriva dal pensare (erroneamente) che stanchezza equivalga a debolezza, ed Oak non può permettersi di essere (o anche solo di sembrare debole). Rigido e moralista, forte nella sua immagine di stabilità, vede il lato emozionale – emotivo della vita proprio come una debolezza, per conseguenza se lo nega, lo respinge come inaccettabile. Certo è figlio di un’educazione rigida che escludeva le emozioni e il gioco, ed ha fatto quindi maturare in lui una forte disciplina dove lo sforzo, il coraggio, l’abnegazione sono premiati, senza permettere una libera e spontanea espressione di sé.
Questa mancanza di spontaneità riversa le sue conseguenze sulla bassa autostima (Larch) e sui sensi di colpa (Pine). Abbiamo quindi di fronte a noi una persona apparentemente forte (più che altro sotto sforzo), sotto un continuo stress in cui l’imperativo è “devo, devo, devo …”, per far si che “io mi possa meritare con il duro sudore della fronte”. Immagina la favola della cicala e la formica. Questa soltanto apparente forza è frutto della tensione perpetua che lo spinge avanti come individuo, prendendosi la responsabilità di tutto e di tutti, ovviamente se le cose sono fatte come dice e pensa lui.
Consideriamola dal punto di vista del rimedio. Bach parla di individui che si sono adattati alla malattia e, malgrado ciò, continuano a vivere. Ciò significa che si sono lasciati assoggettare da una forza invasiva che causa problemi fisici, ma non cedono di fronte alle difficoltà; si adattano a vivere con essa, impegnandosi a fondo, come se il problema non esistesse (cit. Julian Barnard).
Sul principio di Oak, unito ad altri fiori come ad esempio Crab Apple, Scleranthus, Larch, Rock Water, Elm (per citarne solo alcuni), si basa lo stile ossessivo–compulsivo di personalità. L’iper-organizzazione, la negazione della spontaneità, il ricorso a riti da perpetrarsi regolarmente sono tutte caratteristiche riscontrabili in questo nucleo di fiori di cui Oak è certamente un rappresentante di spicco. Con questo non voglio intendere che ogni Oak abbia tratti ossessivo-compulsivi, ma che in ogni ossessivo-compulsivo vi sia un po’ di Oak.
Oak come stato può comparire in soggetti eccessivamente sotto stress a causa degli impegni di vita e/o lavorativi. Quando è necessario far fronte ad impegni da cui non ci si può in alcun modo sottrarre, il corpo fisico tende a somatizzare la stanchezza sapendo di non potersi fermare e quindi accumulando stress favorisce l’insorgere di tensioni fisiche che creano forti rigidità (perlopiù muscolari) . Pensiamo ad esempio alle rigidità del collo e delle spalle (la persona sente che ha il peso del mondo addosso e quindi si irrigidisce). A differenza di Elm che si occupa della sensazione di depressione che coglie chi sente che il compito intrapreso è troppo grande, l’uso di Oak è adatto a chi non crolla mai, non si ferma mai e, proprio per questo, assume tratti di rigidità.
Antistress per eccellenza, Oak ci ricorda che la vita è fatta di alternanze, al lavoro segue la quiete. Solo così è possibile mantenere un sano equilibrio.
Interazione con i problemi fisici: eccesso di sforzi, sovraffaticamento, stanchezza, stress (con Elm).
Consigli pratici per l’uso: Oak, più di Elm, fatica a percepire il momento in cui dire: “Basta, ora mi fermo!”, poiché il senso del dovere che, come spiegato deriva dal senso di colpa, sposta la soglia dell’attenzione verso ciò che è da fare, piuttosto su ciò che è stato fatto. L’insoddisfazione non deriva quindi da un senso di vuoto o da una proiezione verso il futuro, bensì dall’addossarsi eccessive responsabilità per poi non riuscire a fermarsi, in quanto si crede di non fare mai abbastanza.
Come per altri fiori con tendenza ossessiva consigliamo di fare un planning delle attività e rispettarlo (la tecnica dei pomodori), fermandosi a fine giornata ad apprezzare gli sforzi fatti.